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IL PADULE DI FUCECCHIO 03/04/2017

Dal 2013 il Padule di Fucecchio, unitamente ad altre 6 aree umide toscane, fa parte del novero delle zone umide di importanza internazionale in base alla Convenzione di Ramsar: il decreto ministeriale è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea del 12 novembre 2013.

Il territorio rappresenta un'attrazione turistica notevole, sia dal punto di vista florofaunistico (birdwatching) che paesaggistico (fotografia).

Da un punto di vista storico, il Padule di Fucecchio, ha avuto un ruolo rilevante nella Storia di Roma: è celeberrimo, infatti, il fatto dell'occhio perso da Annibale quando cercò di attraversarlo con la sua armata nella Campagna d'Italia che caratterizzò la Seconda Guerra Punica.

Nel periodo che va dal VI al XIV secolo, il territorio del Padule è rimasto essenzialmente caratterizzato come zona acquitrinosa, paludosa e malsana, da cui le popolazioni tendevano ad allontanarsi fondando insediamenti lungo la cintura collinare circostante. Esso passò alla Repubblica fiorentina nel 1328 dopo essere stato lungamente territorio della Repubblica di Lucca. Agli inizi del XV secolo iniziò un periodo storico (che, praticamente, non si è ancora concluso) durante il quale il territorio del Padule è stato caratterizzato alternativamente come risorsa militare difensiva strategica, bacino riservato alla pesca e territorio ad uso agricolo.

Anche Leonardo da Vinci raffigura e menziona più volte il Padule di Fucecchio, sia nel disegno del 5 agosto 1473 (GDS, Uffizi) che negli studi idrografici (RLW 12277). Nella mente del genio, inoltre, il territorio era meta del grandioso progetto per la deviazione delle acque dell'Arno da Firenze attraverso Prato, Pistoia, Serravalle e la Val di Nievole (RLW 12685 e 12279; Codice di Madrid II, f. 22v-23r; Codice Atlantico, ff. 127r e 1107r, che interessava anche l'adiacente Lago di Bientina.

Intanto, il territorio iniziò a caratterizzarsi come via d'acqua per il trasporto di cose e persone, diventando principale infrastruttura di collegamento dei vari insediamenti che, nel frattempo, si stavano sviluppando nella cintura collinare.

L'alternata caratterizzazione del Padule di Fucecchio come territorio agricolo o come bacino lacustre e la conseguente regimazione delle acque continuò anche nei secoli successivi. Un autore seicentesco della zona, Ceseri Frullani di Cerreto Guidi, sosteneva la necessità di alzare il livello delle acque del lago, con vantaggi per la pesca e per la salubrità dell'aria. Fautore della bonifica della zona per fini agricoli, invece, fu un discepolo di Galileo Galilei, Vincenzo Viviani, che, nel 1670, analizzò alcuni emissari del lago, soprattutto il Pescia, proponendo deviazioni per il recupero di terreni da annettere alle "fattorie granducali".

A partire dal 1780, il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo di Lorena si occupò dell'area, nell'ottica di una sua utilizzazione estensiva a fini agricoli, ed iniziò una radicale opera di bonifica che prevedeva, accanto all'escavazione di nuovi fossi e canali navigabili, l'abbattimento della chiusa di Ponte a Cappiano.

Il 23 agosto 1944 il Padule (Castelmartini, nel comune di Larciano), fu teatro di una delle più efferate stragi operate dai nazisti nel territorio italiano: il cosiddetto eccidio del Padule di Fucecchio. Nel giro di poche ore, i militari nazisti del generale Crasemann uccisero 174 persone, rastrellate nei vari paesi della zona. Fra le vittime dell'eccidio 62 donne, 25 persone con oltre 60 anni, 16 al di sotto dei 18 anni, 10 al di sotto dei 10 anni, 8 al di sotto dei 2 anni. Tristissimo fu il caso della famiglia Malucchi, di Cintolese, che nell'eccidio perse 12 membri, fra cui tre bambine (Norma, Maria e Franca) sotto gli otto anni di età.

A perenne ricordo della tremenda strage, a Castelmartini, nel settembre 2002 fu inaugurato un monumento alla presenza del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

Fonte: Wikipedia


LA CANNUCCIA DI PADULE 03/04/2017



La cannuccia di palude (Phragmites australis) è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Poaceae. È l'unica specie del genere Phragmites.

È una specie erbacea perenne, rizomatosa; può raggiungere anche i 4 metri di altezza. Le foglie, opposte, sono ampie e laminari, lunghe da 15 a 60 cm, larghe 1 - 6 cm, glabre, verdi o glauche. All'apice del fusto è presente una pannocchia di colore bruno o violaceo, lunga fino a 40 centimetri. Germoglia a marzo e fiorisce a luglio.

La specie sembra essere nativa dell'Eurasia ma è diffusa in ogni parte del mondo. Si sviluppa in densi canneti in prossimità di paludi e aree umide, sulle sponde di laghi, stagni, fossati e in terreni incolti bagnati; tollera un moderato livello di salinità.


fonte Wikipedia

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